Con questo caldo il pensiero di accendere il forno per preparare
qualcosa di buono, atterrisce. Ma io avevo voglia di qualcosa di goloso
per tirarmi sù il morale, così ho trasformato uno spuntino salutare in qualcosa
di godurioso e stuzzicante. Ecco le mie mele peccaminose, viste e
gustate a Boston. Provatele con qualsiasi cosa vi piaccia e se volete
sentirvi meno in colpa fate come me: provatele con del cioccolato
fondente senza zucchero e frutta secca in pezzetti :-)
Liferecipes...
Ingredienti:
mele
cioccolato
frutta secca, confetti, gocce di cioccolato e qualunque altra cosa vogliate ;-)
stecchi da lecca-lecca
Procedimento:
fate fondere il cioccolato a bagnomaria, immegertevi le mele precedentemente infilzate con lo stecco da lecca-lecca, e ricopritele di qualsiasi cosa vi passi per la mente. Fare solidificare su carta forno e gustatevele ritornando bambini
mercoledì 20 giugno 2012
chupa-mele al cioccolato
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Giulia
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17:24
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merenda mele al cioccolato
martedì 19 giugno 2012
L'italia che vorrei: A/R Roma-New York
Mentre ero negli Stati Uniti, il pensiero di ritornare in Italia,
mi faceva sudar freddo...se non fosse stato per un'irrefrenabile e
incontenibile voglia di cibo sano senza salsa al formaggio, né ketchup,
né paprika, né aglio,né altre robe strane da schiaffarci sopra, tipo
zucchine bollite- negli USA considerate cibo da ospedale- io a New York e
a Boston ci sarei rimasta, avrei cercato lavoro e avrei provato a far
qualcosa di buono. Certo, ideologicamente stà cosa dell'assistenza
sanitaria, appannaggio quasi esclusivo della classe medio ricca, mi dà
parecchio sui nervi, però noi italiani, possiamo ovviare stipulando
un'assicurazione dall'Italia per risolvere qualsiasi problema medico,
quindi addio sole, mare, pizza e mandolino.
New York e Boston ho avuto la fortuna di vederle non
con gli occhi del turista, accecato dalle luci di Time Square, ma con
gli occhi di chi ci vive, e per questo ringrazio Michi e Zac che mi
hanno permesso di guardare le città in cui vivono sotto un'altra
prospettiva e mi hanno fatto conoscere i loro amici italiani che hanno
trovato negli Usa l'El Dorado, la pentola magica da cui fuoriesce
l'arcobaleno. Infatti, mentre in Italia questi ragazzi hanno ricevuto
solo porte in faccia o spesso non sono stati nemmeno ascoltati o presi
in considerazione, negli Stati Uniti le loro idee non solo sono state
ascoltate, ma sono diventate reali, si sono trasformate in progetti
concreti, in aziende, in ricerche finanziate da privati e non.
Negli USA le idee, le capacità personali, l'avere una marcia in più , sembrano essere sostenute e premiate; la meritocrazia - che in Italia sembra essere parola polverosa e vecchia- nel nuovo continente continua a mantenere tutta la sua forza antica: Potere del merito, potere delle proprie capacità, potere dell'intelligenza.
Negli USA le idee, le capacità personali, l'avere una marcia in più , sembrano essere sostenute e premiate; la meritocrazia - che in Italia sembra essere parola polverosa e vecchia- nel nuovo continente continua a mantenere tutta la sua forza antica: Potere del merito, potere delle proprie capacità, potere dell'intelligenza.
Mentre in Italia nepotismo e clientelismo sembrano essere le uniche
realtà esistenti, in America, paese delle lobbies alla luce del sole,
chiunque se meritevole può avere una chanche...
Penso ad Aldo che da anni guida progetti all'estero, facendo fatturare alla società italiana per cui lavora milioni di euro, che Non ha mai ricevuto una promozione né uno stipendio adeguato all'importanza del suo lavoro -cosa di cui si è stupito, non senza chock, il grande capo dell'azienda partner americana che in una lettera ne ha elogiato le doti e le capacità, chiedendosi come mai questo ragazzo non avesse ancora ricevuto il ruolo e gli onori che merita. Dio benedica la meritocrazia americana!
Penso a Claudia, fiscalista super in gamba senza lavoro, il cui unico difetto è quello di avere 35 anni, di essere una donna e di avere ancora delle capacità riproduttive...quando a un colloquio di lavoro ti chiedono se sei sterile perché allora saresti perfetta per lavorare in azienda, capisci quale considerazione si ha delle donne nel mondo del lavoro
Penso a Sal che è dovuto andare a Boston per riuscire a trovare un finanziatore che gli permettesse di aprire la sua azienda che oggi fattura milioni di euro, mentre in Italia la sua idea non valeva niente e nessuno l'aveva preso sul serio
Penso a Paola, che dopo anni di porte in faccia (e spesso nemmeno "l'onore" di avere quelle visto che difficilmente ha ricevuto delle risposte anche solo per e-mail), si è trasferita a Seattle e lì i programmi televisivi che scriveva sono diventati realtà . Chissà che uno dei suoi programmi tv non faccia gola a qualcuno in Italia: sì perché i programmi che vedete in tv, noi non li creiamo nel "bel paese", ma li compriamo all'estero; difficilmente sono frutto delle nostri menti italiane.
Penso al signore di 84 anni conosciuto in aereo che ha lasciato l'Italia a 42 anni per trasferirsi a New York, <b></b>e che facendo il piastrellista<b></b> è riuscito a comprare casa, ha mandato i suoi 2 figli all'università e gli ha pure comprato casa. Oggi lui e la moglie hanno 4.000$ di pensione più i soldi dell'affitto proveniente da un appartamento comprato a "broccolini" tanti anni fa come investimento. Questo signore torna tutti gli anni nella sua città, a Salerno, e guardando ciò che hanno i suoi amici-molto poco- si guarda indietro e pensa che essersi trasferito, non senza difficoltà, sia stata la cosa migliore che abbia fatto
Penso agli attori che, a New york come a Los Angeles, fanno i provini come normali colloqui di lavoro, mentre in Italia i provini spesso sono solo delle farse messe in scena perché lo stato finanzia i film e quindi i provini sono obbligatori...ma poi tutto è già deciso a tavolino....
poi mi sveglio una mattina qualunque e apro una qualunque prima pagina di giornale:
" Risparmia solo una famiglia su 3. Crolla il risparmio: solo il 39% delle famiglie italiane riesce a mettere qualcosa da parte" .
"Dal porno soft ai terremoti? beh, sono eclettica. Sonia Topazio, da attrice porno a capo ufficio stampa dell'Ingv ( istituto nazionale di geologia e vulcanologia): e allora? sono stata raccomandata"
"Lavori al Senato? meriti un premio. Fino a 2.500€ in più semplicemente perché lavori a Palazzo Madama"
Perché resto? Per la famiglia e gli affetti e perché una parte di me nutre la profonda speranza che l'Italia diventi un posto migliore...e quel giorno io vorrei esserci...
Liferecipes...
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Giulia
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martedì 15 maggio 2012
I biscotti di Maria
Mi chiama Nico, uno dei miei tanti amici attori strampalati, "disperati" come me, con l'ansia costante del telefono che non squilla....perché? come mai? forse non c'è campo....ed ecco che comincia il balletto delle antenne umane...alla ricerca del campo elettromagnetico perduto....
vabè, mi chiama perché suo fratello Edo sta organizzando una festa per il suo compleanno e mi chiede se posso preparargli il catering: finger food ( modo elegante per dire cibo da sbocconcellare con le mani per evitare di mettere sul tavolo centinaia di forchette e posate), torte salate e dolci a volontà, per una ventina di persone.
Ok se po' ffà.
Decidiamo insieme cosa preparare e visto che Edo solitamente s'avventa come un rapace senza cibo da giorni sulle torte e i biscotti che ogni tanto gli porto a casa, decido di sbizzarrirmi proprio con questi.
Il giorno della festa, Nico mi chiede se insieme a tutto il resto posso portargli una frolla per biscotti, non cotta: ha comprato delle formine molto carine e vuole fare una sorpresa a suo fratello.
cariiiiino!
Così per rendere i biscotti ancora più speciali, decido di preparare una frolla molto buona, fragrante, dalla scioglievole morbidezza e con un ingrediente decisamente insolito:la maionese...
no, non sono impazzita!!!
abbassate il sopracciglio di disapprovazione e provate a fidarvi: in fondo la maionese altro non è che un composto a base di uova, olio e limone con un pizzico d'aceto..tutti ingendienti che stanno alla base della pasticceria. -L'unica accortezza quando li si prepara è non assaggiare l'impasto crudo o appena sfornato, quando cioè i biscotti sono ancora caldi, altrimenti si avvertirebbe il sapore della maionese. Appena saranno freddi questi biscotti, come per magia si trasformeranno in qualcosa di delizioso e nessuno crederà che alla base c'è la maionese.
Così il giorno del compleanno di Edo consegno tutto e prima di andar via dò la frolla cruda con tanto di avvertenze pre e post cottura. Nico mi guarda con lo stesso sopracciglio alzato e lo sguardo titubante che avete avuto voi alla parola "maionese"...lo rassicuro: "quante torte e biscotti hai spazzolato nella mia cucina da quando ci conosciamo???? ne hai mai lasciato anche una sola briciola???? e allora fidati!"
L'indomani il mio cellulare comincia a squillare: un numero sconosciuto si affaccia sul display del mio iphone...oddio e chi sarà? un provino? qualche produzione? sono stata scelta per qualche ruolo? e con una voce impostata e diaframmatica da attrice consumata rispondo "pronto?!"
"Ah Giù troopo bbuoni i biscotti di jeri sera. Sò Claudio l'amico di Edo...oh biscotti da sballo!li vojo pur'io!"...
Sdeengh! vabè non sarà una chiamata di lavoro, ma mi riprendo e gioisco per il successo dei miei "strani" biscotti alla maionese. 10 minuti, altra chiamata " oh biscotti da sballo! complimenti"...
la mattinata continua così.... beh sì, sapevo che erano buoni, ma non mi aspettavo di certo tutto questo successo.
Chiamo Nico e gli dico delle telefonate ricevute....sorride...ride...rumorosamente...sento che si sta rotolando sul pavimento di casa sua e ride talmente tanto forte che quasi non riesce a parlare..."ma sei pazzo????"
"Vabè Giù troppo ridere: hai presente maria?"
"no!"
"Giù: MAriiiiia!".....silenzio...."la mariiia"
................................. e in un secondo capisco tutto: BISCOTTI DA SBALLO!....
" ma sei idiota??? ma veramente???? no, no tu sei scemo"
dall'altra parte del telefono solo un "uahhahahahaahuhahhahahauhahahahahuhuahahahha"
Da quel giorno questi sono rimasti i "biscotti di maria"...........
io aggiungo sempre delle gocce di cioccolato, voi come avrete capito potete metterci quello che vi pare; la bontà non cambia :-)
Liferecipes...
N.B. non assaggiare la frolla cruda, né tantomeno assaggiare i biscotti ancora caldi: il sapore della maionese sarà ancora forte. Appena diventeranno freddi, nessuno riuscirà a indovinare "l'ingrediente segreto" di questi cookies :-)
vabè, mi chiama perché suo fratello Edo sta organizzando una festa per il suo compleanno e mi chiede se posso preparargli il catering: finger food ( modo elegante per dire cibo da sbocconcellare con le mani per evitare di mettere sul tavolo centinaia di forchette e posate), torte salate e dolci a volontà, per una ventina di persone.
Ok se po' ffà.
Decidiamo insieme cosa preparare e visto che Edo solitamente s'avventa come un rapace senza cibo da giorni sulle torte e i biscotti che ogni tanto gli porto a casa, decido di sbizzarrirmi proprio con questi.
Il giorno della festa, Nico mi chiede se insieme a tutto il resto posso portargli una frolla per biscotti, non cotta: ha comprato delle formine molto carine e vuole fare una sorpresa a suo fratello.
cariiiiino!
Così per rendere i biscotti ancora più speciali, decido di preparare una frolla molto buona, fragrante, dalla scioglievole morbidezza e con un ingrediente decisamente insolito:la maionese...
no, non sono impazzita!!!
abbassate il sopracciglio di disapprovazione e provate a fidarvi: in fondo la maionese altro non è che un composto a base di uova, olio e limone con un pizzico d'aceto..tutti ingendienti che stanno alla base della pasticceria. -L'unica accortezza quando li si prepara è non assaggiare l'impasto crudo o appena sfornato, quando cioè i biscotti sono ancora caldi, altrimenti si avvertirebbe il sapore della maionese. Appena saranno freddi questi biscotti, come per magia si trasformeranno in qualcosa di delizioso e nessuno crederà che alla base c'è la maionese.
Così il giorno del compleanno di Edo consegno tutto e prima di andar via dò la frolla cruda con tanto di avvertenze pre e post cottura. Nico mi guarda con lo stesso sopracciglio alzato e lo sguardo titubante che avete avuto voi alla parola "maionese"...lo rassicuro: "quante torte e biscotti hai spazzolato nella mia cucina da quando ci conosciamo???? ne hai mai lasciato anche una sola briciola???? e allora fidati!"
L'indomani il mio cellulare comincia a squillare: un numero sconosciuto si affaccia sul display del mio iphone...oddio e chi sarà? un provino? qualche produzione? sono stata scelta per qualche ruolo? e con una voce impostata e diaframmatica da attrice consumata rispondo "pronto?!"
"Ah Giù troopo bbuoni i biscotti di jeri sera. Sò Claudio l'amico di Edo...oh biscotti da sballo!li vojo pur'io!"...
Sdeengh! vabè non sarà una chiamata di lavoro, ma mi riprendo e gioisco per il successo dei miei "strani" biscotti alla maionese. 10 minuti, altra chiamata " oh biscotti da sballo! complimenti"...
la mattinata continua così.... beh sì, sapevo che erano buoni, ma non mi aspettavo di certo tutto questo successo.
Chiamo Nico e gli dico delle telefonate ricevute....sorride...ride...rumorosamente...sento che si sta rotolando sul pavimento di casa sua e ride talmente tanto forte che quasi non riesce a parlare..."ma sei pazzo????"
"Vabè Giù troppo ridere: hai presente maria?"
"no!"
"Giù: MAriiiiia!".....silenzio...."la mariiia"
................................. e in un secondo capisco tutto: BISCOTTI DA SBALLO!....
" ma sei idiota??? ma veramente???? no, no tu sei scemo"
dall'altra parte del telefono solo un "uahhahahahaahuhahhahahauhahahahahuhuahahahha"
Da quel giorno questi sono rimasti i "biscotti di maria"...........
io aggiungo sempre delle gocce di cioccolato, voi come avrete capito potete metterci quello che vi pare; la bontà non cambia :-)
Liferecipes...
BISCOTTI ALLA MAIONESE
Ingredienti:
farina 270 g
zucchero 40 g + altro per copertura biscotti
un pizzico di semi di vaniglia
maionese 90 g
burro freddo 100 g
gocce di cioccolato o noci o mandorle q.b.
Procedimento:
Con un cucchiao lavorare a crema il burro con lo zucchero. Poi aggiungere la maionese e la farina ( e se volete le gocce di cioccolato). Mescolare bene l'impasto che dovrà essere morbido, ma non appiccicoso, e avvolgere nella pellicola. Tenere in frigo per mezz'ora.
Trascorso questo tempo, ricavare delle palline dall'impasto, schiacciarle un po' e passarle nello zucchero.
Infornare a 190° per 12-13 minuti. I biscotti saranno pronti quando, come si vede in foto, i bordi cominceranno a scurirsi e la superficie diventerà dorata.
N.B. non assaggiare la frolla cruda, né tantomeno assaggiare i biscotti ancora caldi: il sapore della maionese sarà ancora forte. Appena diventeranno freddi, nessuno riuscirà a indovinare "l'ingrediente segreto" di questi cookies :-)
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domenica 13 maggio 2012
le brioscine palermitane col tuppo
Una cosa a cui i palermitani proprio non sanno rinunciare è la brioscina. Il gelato senza la "briosc" quasi non ha motivo di esistere. Se poi la "briosc" in questione ha il tuppo, non osiate rubarlo...potrebbe scattare la rissa :-)
Liferecipes...
"BRIOSC" PALERMITANE
Ingredienti:
farina 250 g
zucchero 32 g
strutt 32 g
sale 5 g
lievito di birra 13 g
acqua 125 g
vanillina (1/2 bustina) o buccia grattugiata di arancia o semi di vaniglia
1 tuorlo e latte per spennellare le brioscine
Procedimento:
In una terrina unire la farina, il sale e lo zucchero.
A parte fare intiepidire metà acqua. e poi unirvi il lievito; quando quest'ultimo si sarà sciolto unirlo al mix di farina e poi aggiungere la restante acqua. Lavorare il composto e poi unire lo strutto tagliato a pezzetti. Dopo aver lavorato l'impasto lasciarlo lievitare per un'ora e mezza circa. Trascorso questo tempo ricavare circa 5 palline grandi e 5 piccole. Schiacciare leggermente quelle grandi, fargli una fossetta sulla parte superiore e adagiarvi sopra le palline più piccole. Lasciandole lievitare, per un'ora ( o finché non sarà raddoppiato il volume) sulla teglia che metterete in forno, ricoperta di cartaforno. Quando le brioscine saranno lievitate spennellarle con il mix di tuorlo e latte e infornare a 200° per 10 /12 minuti ca.
Quando cominceranno a diventare dorate, spegnere il forno e lasciare cuocere ancora per qualche minuto.
Adesso che è arrivato il caldo non potete non riempirle di gelato o non tuffarle dentro a una buona granita :-)
Liferecipes...
"BRIOSC" PALERMITANE
Ingredienti:
farina 250 g
zucchero 32 g
strutt 32 g
sale 5 g
lievito di birra 13 g
acqua 125 g
vanillina (1/2 bustina) o buccia grattugiata di arancia o semi di vaniglia
1 tuorlo e latte per spennellare le brioscine
Procedimento:
In una terrina unire la farina, il sale e lo zucchero.
A parte fare intiepidire metà acqua. e poi unirvi il lievito; quando quest'ultimo si sarà sciolto unirlo al mix di farina e poi aggiungere la restante acqua. Lavorare il composto e poi unire lo strutto tagliato a pezzetti. Dopo aver lavorato l'impasto lasciarlo lievitare per un'ora e mezza circa. Trascorso questo tempo ricavare circa 5 palline grandi e 5 piccole. Schiacciare leggermente quelle grandi, fargli una fossetta sulla parte superiore e adagiarvi sopra le palline più piccole. Lasciandole lievitare, per un'ora ( o finché non sarà raddoppiato il volume) sulla teglia che metterete in forno, ricoperta di cartaforno. Quando le brioscine saranno lievitate spennellarle con il mix di tuorlo e latte e infornare a 200° per 10 /12 minuti ca.
Quando cominceranno a diventare dorate, spegnere il forno e lasciare cuocere ancora per qualche minuto.
Adesso che è arrivato il caldo non potete non riempirle di gelato o non tuffarle dentro a una buona granita :-)
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venerdì 11 maggio 2012
La dignità dell'attore
Ieri mattina Paolo Fox me l'aveva
detto: mal di testa e nervosismo durante la giornata. A rincarare la
dose Branko e le sue stelle: professionalmente non dovete pagare per
le scelte sbagliate degli altri; se agitatissimi, rimandate.
Ecco: che ci crediate o no, ieri è
stata una di quelle giornate in cui se non avessi poi rischiato di
rimanerne a corto, avrei spaccato i piatti di casa schiantandoli
contro il muro, solo per il sadico gusto di sfogare la rabbia e di
distruggere nell'immaginario ciò che nella vita non posso
cambiare: il mal celato costume di ritenere l'attore, e l'artista in
genere, un nullafacente cronico con manie di protagonismo che pur di
non lavorare se ne inventa una al giorno.
Per quanto la televisione, quella
brutta, si sforzi di farvi credere che chiunque e per qualunque
baggianata detta o azione indubbia fatta, possa stare racchiuso in
quel piccolo schermo chiamato tv, io vi garantisco che non è così.
E rivendico il mio diritto di essere Attore e rivendico il mio lavoro
come professione al pari di un medico o un architetto. Perché
l'Attore – e non mi riferisco al personaggio famoso dell'ultimo
momento che “parla”nella scatola del vostro
soggiorno- è uno che ha studiato e che studia in
continuazione. L'Attore non è un pappagallo, né un
animale addestrato, non vi porta le palline indietro e non ripete
semplicemente un testo imparato a memoria.
Recitare è un lavoro, non un
hobby come il bricolage o il giardinaggio. Certo può essere
una passione coltivata nell'oratorio dietro casa o a scuola, ma
quando si decide di farne il motivo della propria vita, allora la
recitazione ha il diritto di essere considerata una professione.
L'attore studia la storia entro cui si
dovrà muovere, ne osserva i personaggi, entra dentro le loro
menti, ne veste i panni, ne asseconda i sentimenti...a volte fino a
farsi male. E ha bisogno di tempo: per capire, per diventare altro da
sé. E ha bisogno di rispetto.
Ciò che voi vedete alla tv o al
cinema o in teatro non si costruisce in una notte: ciò che
vedete e per cui pagate un biglietto è il frutto del lavoro,
bello e anche faticoso, di centinaia di persone che lavorano in
sinergia perché voi possiate credere a una storia: tecnici,
elettricisti, costumisti, truccatori, direttori di fotografia,
macchinisti, attori, sceneggiatori, registi...tutti con una propria
funzione e un mestiere in mano. Altrimenti perché dovreste
pagare un prezzo per questa “finzione”? Basterebbe fare imparare
un testo ai vostri figli o nipoti, e farvelo declamare in salotto;
gratis.
L'attore in scena è solo la
punta di un iceberg molto più profondo; il rappresentante
ideale di quella meravigliosa macchina che voi chiamate show. Cosa
sarebbe un attore se gli toglieste la luce lasciandolo al buio, ne
eliminaste i vestiti e il contesto entro cui si dovrà muovere?
Certo: sarebbe ancora un attore, ma lo sarebbe a metà
perché gli avreste tolto quelle piccole grandi cose che lo
avrebbero reso una “persona” completa. Come se a un tennista
durante una gara importante gli toglieste la racchetta o gli deste
delle palline sgonfie pretendendone comunque un'ottima performance o
addirittura la vittoria.
L'attore ha bisogno di recitare e ha
bisogno di tutti coloro che possono rendere tutto ciò possibile
( anche
il testo è frutto del paziente lavoro di uno sceneggiatore,
no?).
Se a un attore viene data una grande opportunità, ma gli si
toglie l'opportunità di essere grande, allora, che senso ha?
Per passione sono disposta a lavorare gratis e a fare le ore piccole,
a farmi in quattro perché un piccolo progetto possa diventare
grande, a investire i miei esigui risparmi in un lavoro in cui credo,
ma non mi chiedete di fare un vero e proprio spettacolo pensando che si potrà fare benisimo anche in pochi giorni perché “
vabè, devi solo imparare un testo a memoria”, perché
divento una iena.
La dignità del mio lavoro non
si tocca
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giovedì 10 maggio 2012
Girando un film ho imparato:che non tutti i sogni sono d'oro eluccicano; e che le taralle sono più semplici di quello che pensavo
Scusate l'assenza, ma come vi ho scritto qualche post fa, finalmente ho girato un film e sono stata molto impegnata. Insomma fuochi d'artificio, rintocchi di campane a festa, nuovi colori, e una sonora silurata provocata dalla delusione e dal doloroso rammarico che il mio ruolo (quello di una persona realmente esistita che ha pagato con la vita l'aver fatto bene il suo lavoro)è stato ridotto a quello di una mera figura insignificante e sfocata, per di più d'assoluto impiccio all'interno della storia; della serie " ma vedi un po' se questa doveva morire, pure lei, proprio quel giorno". Eh sì, purtroppo non sto esagerando: parole del regista che hanno lasciato non solo me, abbastanza sgomenta. Perché caro regista dei miei stivali, se vuoi fare un film impegnato, devi anche avere la sensibilità di capire la storia e le dinamiche in cui dovrai muoverti. E invece io mi sono ritrovata ad esser pagata per un numero di pose ( di giornate di lavoro) mai fatte, mortificata come attrice e come persona che si ritrova a interpretare un personaggio, dimenticato da troppi e ancora una volta emarginato...D'altronde cosa aspettarsi da un regista che per tutti i giorni di ripresa non ha fatto altro che palesare il suo odio nei confronti del genere umano insultando chiunque fosse sul suo cammino, attori e cast tecnico compresi, con epiteti come-per citarne solo alcuni- "bestie", "burattini non pensanti"o"bastardi proletari"?!?!Ora, io che per motivi di copione giravo armata( con una beretta pesante e vera, ma assolutamente innocua perché piombata), non voglio dire che gli avrei sparato, ma tirargliela addosso sicuramente sì. Abbasso il buonismo: sono sincera! Se non fossi stata la personcina carina che sono, dai buoni e sani principi, io una craniata o una botta in testa gliel'avrei data; e l'ho immaginato spesso, un po' alla Ally McBeal :-)A fare le spese di questi insulti oltre a noi "bestie proletarie", anche l'aiuto regista, povera vittima del nervosismo di tutti, che per tutto il tempo delle riprese, oltre a fare il suo lavoro, non ha fatto che mettere le pezze per evitare che il film, detto in maniera aulica, " andasse a puttane". A lui, tutta la mia stima e il mio affetto, con la speranza che l'abbiano pagato abbastanza perché possa permettersi economicamente parlando, un lungo periodo di analisi.Ora: se quando ho cominciato a pensare che fare l'attrice significasse entrare in un mondo meraviglioso, fatto di gente che lavorando con i sentimenti fosse superiormente dotata di sensibilità, adesso posso affermare con tutta onestà che in confronto a me, Alice nel paese delle meraviglie era assai sveglia, scaltra e furba. Il mestiere del cinema è per molti un lavoro come un altro, non diverso dal timbrare noiosamente e quotidianamente un cartellino. Ma spero di incontrare presto, o prima o poi, qualcuno che abbia lo stesso incondizionato amore e lo stesso entusiasmo che nutro io nei confronti di un lavoro che io reputo, ancora, il più bello del mondo.Avendo tante ore libere sul set ( convocata alle 9 del mattino, pronta con tanto di costume di scena, per scoprire solo di sera che avrei girato alle 9 di sera o che non avrei girato affatto), ne ho approfittato per conoscere i 200/300 metri circostanti al set ( non sapendo se e quando avrei girato, mica potevo allontanarmi di più!) con relativi bar, pasticcerie, panifici...e proprio qui ho scoperto le taralle con lo zucchero( morbidi e fragranti biscotti profumati al limone e ricoperti di glassa. Potevo non corrompere il panettiere e non farmi dare la ricetta?....
Liferecipes...
Taralle con lo zucchero
Ingredienti:
farina 500g
zucchero 100g
strutto 125 g
ammoniaca 5 g
uova 2 e 1/2
latte per impastare
buccia grattugiata di limone
Bagna:
acqua 2 bicchieri
zucchero 1 bicchiere
Glassa:
zucchero a velo 300 g
acqua 5 cucchiai circa
succo di limone 1 cucchiaio
Procedimento:
Setacciare l'ammoniaca e la farina. Aggiungere lo strutto e impastare per bene, unire lo zucchero, la buccia grattugiata del limone e fare una fontanella. Mettere al centro le uova e unire lentamente del latte tiepido, quel tanto che basterà a dee all'impasto la consistenza morbida di una frolla.
Dopodiché staccare dei pezzettini d'impasto lavorarli con le mani in modo da dargli la forma di cordoncini spessi un dito, piegarli a ferro di cavallo e intrecciare. Poi unirne le estremità dando la forma di piccole coroncine. Cuocere in forni preriscaldato, a 180° per 20 minuti circa, fino a doratura. Nel frattempo preparare la bagna che è l'elemento magico che renderà speciali, morbide e fragranti le nostre taralle: in un pentolino mettere l'acqua e lo zucchero e portare a bollore. Dopodiché versare la bagna in un piatto fondo e fare intiepidire.
Quando le taralle saranno pronte e tiepide, immergerle velocemente nella bagna e porre a riposare su carta forno. Poi ricoprire con la glassa che faremo riscaldando leggermente l'acqua co il succo di linone e versando sullo zucchero a velo setacciato. A voi la scelta di farla più o meno densa aggiungendo altro zucchero a velo o qualche altro goccio di acqua
Liferecipes...
Taralle con lo zucchero
Ingredienti:
farina 500g
zucchero 100g
strutto 125 g
ammoniaca 5 g
uova 2 e 1/2
latte per impastare
buccia grattugiata di limone
Bagna:
acqua 2 bicchieri
zucchero 1 bicchiere
Glassa:
zucchero a velo 300 g
acqua 5 cucchiai circa
succo di limone 1 cucchiaio
Procedimento:
Setacciare l'ammoniaca e la farina. Aggiungere lo strutto e impastare per bene, unire lo zucchero, la buccia grattugiata del limone e fare una fontanella. Mettere al centro le uova e unire lentamente del latte tiepido, quel tanto che basterà a dee all'impasto la consistenza morbida di una frolla.
Dopodiché staccare dei pezzettini d'impasto lavorarli con le mani in modo da dargli la forma di cordoncini spessi un dito, piegarli a ferro di cavallo e intrecciare. Poi unirne le estremità dando la forma di piccole coroncine. Cuocere in forni preriscaldato, a 180° per 20 minuti circa, fino a doratura. Nel frattempo preparare la bagna che è l'elemento magico che renderà speciali, morbide e fragranti le nostre taralle: in un pentolino mettere l'acqua e lo zucchero e portare a bollore. Dopodiché versare la bagna in un piatto fondo e fare intiepidire.
Quando le taralle saranno pronte e tiepide, immergerle velocemente nella bagna e porre a riposare su carta forno. Poi ricoprire con la glassa che faremo riscaldando leggermente l'acqua co il succo di linone e versando sullo zucchero a velo setacciato. A voi la scelta di farla più o meno densa aggiungendo altro zucchero a velo o qualche altro goccio di acqua
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martedì 8 maggio 2012
A.A.A. cercasi lavoro...o nella mia vita ci saranno solo croissant!
Se c'è una cosa complicata
nell'essere un'attrice precaria (naturalmente oltre alla ovvia e non
trascurabile precarietà...che non è già cosa da
poco conto) è la quasi totale impossibilità di avere un
lavoro normale alternativo ai periodi di magra in cui non si riesca a
recitare.
Perché la vita dell'attore non è
mica facile come vi fanno credere in tv....non è fatta di
autografi, fiumi di soldi e champagne e feste..ahivoglia di
mangiar pane duro prima di riuscire a toccare una tartina...
Ma come dicevo prima, persino trovare
un lavoro alternativo diventa complicato...in balìa dei
provini dell'ultimo momento ( che devi fare:
te ne sei andata da casa per questo!) cosa dici al tuo capo “scusa
devo andare perché c'ho da fare”??? oppure “ guardi
signora vorrei tanto stare qui con lei a consigliarle quale pantalone
che le faccia le cosce più magre, ma sa, io voglio fare
l'attrice e devo proprio andare”????...Obbiettivamente sono scuse
che non si possono sentire.
Nessun
occhio da cerbiatto con tanto di sbattimento di ciglia, potrebbe mai
convincere qualcuno ad affidarti un lavoro “convenzionale”con una
vita così incasinata...
Quindi
la domanda è: visto che sono alla ricerca di lavoro...che cosa
potrei fare? Accetto consigli....mi raccomando: proposte legali che
non violino alcun tipo di legge presente sul territorio italiano :-)
Mettendo mano al mio curriculum
viene fuori che: recito, cucino degli ottimi dolci, scrivo, dipingo e
faccio foto.....che detto così sembra il curriculum di
Barbie....ma vi posso assicurare che sono tutte cose che faccio con
totale passione,dedizione e competenza....( e adesso penserete che
questo sembra il discorso delle aspiranti Miss ai concorsi di
bellezza “ vorrei la pace nel mondo e mi piacciono gli animali)...
Però signori miei, non è mica colpa mia se in Italia
fare l'artista non è considerato un lavoro!!!
io ho persino smesso di dire che faccio l'attrice perché la
reazione più comune è: momentaneo silenzio
d'imbarazzo-barra-risatina-barra- “sì, ma cosa fai nella
vita?”.....
Così
per essere “accettata” ho cominciato a mentire: architetto,
allenatrice di nuoto, arredatrice, avvocato, pediatra,
psichiatra....in fondo è come recitare a soggetto, no?!
Comunque
cerco un lavoro part-time e al momento sono a corto
d'idee...suggerimenti please!:-)
A
forza di arrovellare le meningi ho smesso di dormire la notte e per
passare il tempo ho cominciato a sfornare croissant....che poi per
assurdo nemmeno mangio perché per fare l'attrice t'impongono
pure il regime dietetico!!!....quasi mi faccio tenerezza da sola :-(
Comunque
eccovi la ricetta con tanto di foto e disegnini fatti dalla
sottoscritta per farvi capire come fare le pieghe dell'impasto.
Fidatevi: il procedimento non è complicato, ma un po' lungo.
Quindi se come me avete tanto tanto taaanto tempo libero provate a
cimentarvi con questa ricetta: vi darà molte soddisfazioni.
Con
le dosi che vi ho scritto vi verrano una quindicina di cornetti e
circa 5/6 pain au chocolat....ma visto il lungo lavoro conviene farne
tanti e surgelarli in modo da avere sempre il vostro buon croissant
al mattino
Attendo
news
Liferecipes...
P.S.ma
il telelavoro da casa esiste o è una leggenda metropolitana
degli anni '90?
CROISSANT
Lievitino:
lievito di birra 35 g
lievito di birra 35 g
farina
250 g
acqua
tiepida 112 g
Impasto:
farina
600 g
zucchero
150 g
burro
morbido 75 g
uova
di grandezza media 4
latte
150 g
sale
15 g
miele
20 g
un
baccello di vaniglia o scorza grattugiata d'arancia
Per
le pieghe:
375
g di burro
Marmellata/
nutella/ cioccolato per la farcia
Procedimento:
Cominciamo
con il Lievitino:
in
una terrina lavorare la farina con il lievito di birra sbriciolato,
poi unire l'acqua tiepida (non troppo calda -altrimenti ucciderà
il lievito- ma tiepida quel tanto che basterà, toccandola, a
non ustionarvi i polpastrelli :-) e lavorare sino a formare una
palla.
Questa
palla andrà messa a bagno in una ciotola con dell'acqua
tiepida. All'inizio la palla d'impasto affonderà e poi, dopo
aver sviluppato anidride carbonica, salirà in superficie.
Questo servirà a far lievitare i nostri croissant :-)
Nel
frattempo prepariamo il nostro Impasto:
in
un'altra ciotola lavoriamo la farina con lo zucchero, uniamo il
miele, il latte, le uova -uno alla volta- e la vaniglia.
Fatto
ciò prendere il lievitino che ormai galleggerà
nell'acqua, strizzarlo per bene e metterlo all'interno dell'impasto.
Se avete un robot aiutatevi con la frusta a gancio, altrimenti
mettete l'impasto su un ripiano e andate di “olio di gomito” e
pazienza :-) Aggiungete il burro a tocchetti e lavorate bene.
L'impasto
risulterà molto morbido e un po' appiccicoso, ma voi dategli
una forma un po' rettangolare, spolveratelo sopra e sotto di farina e
avvolgetelo nella pellicola.
Ponetelo
in frigo per almeno 2 ore.
Durante questo lasso di tempo raddoppierà di volume :-)
Fatto
ciò prepariamo il Burro:
lo
prendiamo dal frigo e lo mettiamo tra 2 fogli di pellicola. Fatto ciò
prendiamo un mattarello e cominciamo a dargli dei colpetti in modo da
assottigliarlo e da fargli mantenere una forma rettangolare.
E'
importante che gli diate dei colpetti e che non facciate rullare il
mattarello perché questo è il modo migliore per non
deformarlo e mantenerlo rettangolare
:-))
Fatto
ciò, riporlo in frigo.
Ora
cominciate a seguire i miei disegnini :-)
Passate
le 2 ore prendere il burro e l'impasto dal frigo e stendere
quest'ultimo con il mattarello in un rettangolo che sia il doppio di
lunghezza del panetto di burro e largo circa un centimetro in più
per lato (1).
Fatto
ciò prendere il burro, toglierlo dalla pellicola e poggiarlo
al cento dell'impasto (2).
Con l'estremità inferiore dell'impasto ricoprire a metà
il burro (3).
poi fare la stessa cosa con la parte superiore dell'impasto. I 2
lembi non dovranno assolutamente sovrapporsi ma semplicemente essere
affiancati (4).
Adesso prendere il mattarello e cominciare a dare tanti colpetti
all'impasto in modo che il burro si amalgami alla pasta. Evitare di
rullare il mattarello, ma dargli tanti colpetti cercando di mantenere
la forma rettangolare (5).Girare
l'impasto sottosopra in modo che le pieghe risultino sotto(6).
Col mattarello allungare un po' il nostro rettangolo e piegare verso
il centro la parte inferire dell'impasto (7).
Poi fare la stessa cosa con la parte superiore, questa volta però
sovrapponendola a quella fatta in precedenza (8).
Spolverare di farina avvolgere nella pellicola o in un grande
sacchetto per surgelare e porre in frigo per un'ora.
Trascorsa
quest'ora ripetere il procedimento dal n°6 al n°8 per altre 2
volte.L'ultima volta però tenete l'impasto in frigo per 2 ore.
Fatto
ciò arriva la parte divertente:
stendere l'impasto in un rettangolo che abbia altezza 54 cm e
larghezza 44 cm, circa. Tagliatelo a metà per lungo e partendo
dagli angoli tagliate delle diagonali in modo che vengano dei
triangoli ( io che odio matematica e geometria mai avrei pensato di
usare tali e tanti termini matematici in un'unica frase :-)) Guardate
la foto.
Poi
tenendo la base del triangolo in una mano e la punta nell'altra
cercate di allungare dolcemente l'impasto in modo che si assottigli
un po'. Mettete un cucchiaino di marmellata o nutella alla base e
cominciate ad arrotolare il croissant facendo in modo che la punta
risulti sotto la pancia del cornetto ( cosicché non si apra
durante la lievitazione).
Per
fare i pan au chocolat tagliate dei rettangoli; mettete su uno dei
lati più corti dei chicchi di cioccolato e chiudete come un
fagottino.
Adesso,
avendo tanti croissant potete lasciarne lievitare alcuni per 2 ore,
spennellarli con tuorlo e del latte e poi infornarli a 190° per
20 minuti; gli altri potete metterli in freezer ricordando che
basterà lasciarli scongelare a temperatura ambiente per 6/8
ore per avere dei meravigliosi croissant da infornare come i
precedenti.
Bon Appetit !
Pubblicato da
Giulia
alle
19:56
2
commenti
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